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La figlia di una ricca famiglia di San Francisco torna a casa per annunciare a papà e mammà il suo prossimo matrimonio con un bel medico di colore conosciuto alle Hawaii due settimane prima.
Domanda: può una delle commedie più famose, celebrate e rappresentate di tutti i tempi rivelarsi, alla prova dei fatti, uno sdolcinato filmetto che è stato travolto dalla polvere del tempo e oggi non è che una storiella dagli esiti più prevedibili della situazione del traffico a Roncobilaccio il 15 di agosto? E’ indubbio che sia stata una tappa importante nel processo di avvicinamento tra bianchi e neri nell’America post-kennedyana (processo quarant’anni dopo tutt’altro che concluso, come puntava a far credere l’industriale sforzo di ottimismo del finale), ma quale considerazione si aveva dello spettatore medio per pensare che tale messaggio potesse passare soltanto imbottendo la sceneggiatura di saccarosio politically correct ? Probabilmente quella che Hollywood ha ancora oggi; e non a torto, visti i riscontri di pubblico (si noti a proposito il doppiaggio genialmente idiota della versione italiana, che proprio non potè esimersi dal ripetere più volte la parolina “negro”). Insomma, il canto del cigno della coppia più affiatata della storia del cinema (Spencer Tracy-Katherine Hepburn, all’ultimo dei nove film recitati insieme; perfetti nonostante le sciocchezzuole che furono messe loro in bocca) oggi fortunatamente sarebbe proponibile soltanto in un’insulsa fiction di Raiuno, a meno di non puntare solo sul lato comico della vicenda e tralasciare le vetuste implicazioni sociologiche (come la mediocre commedia “Indovina chi” del 2005, con i ruoli rovesciati – la ragazza è nera e il suo fidanzato è bianco -, con Ashton Kutcher e Bernie Mac). Son passati quarant’anni esatti, e si sentono tutti e anche di più; un po’ come il suo coetaneo “Il laureato”, altro film manifesto di un’epoca che, a rivederlo oggi, fa quasi tenerezza.

Voto: 5+

Trivia
(Katharine Houghton, che nel film interpreta la figlia di Katharine Hepburn, è nella realtà la nipote dell’attrice)
(Spencer Tracy, molto malato, morì 17 giorni dopo la fine delle riprese; ricevette una nomination all’Oscar postuma. Katharine Hepburn non vide mai la versione definitiva del film, per il troppo dolore che avrebbe provato rivedendo l’amato marito)
(Il film era nei cinema anche il 4 aprile 1968, quando a Memphis fu ucciso Martin Luther King. La produzione telefonò a tutti i cinema che proiettavano il film chiedendo loro di tagliare immediatamente la frase “Who do you think you are, Martin Luther King?”, pronunciata dalla domestica)
(Per tutto il film, Spencer Tracy indossa occhiali senza lenti)