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Uno scapolo ricco e bello, braccato da due misteriosi personaggi, trova rifugio a Santa Rosa, presso la famiglia di sua sorella. Sua nipote sospetta che l’apparenza inganni.
Di tutti i film di Alfred Hitchcock, “L’ombra del dubbio” è uno tra quelli che sono invecchiati peggio, sommerso dalla polvere del tempo che l’ha reso oggi stopposo e ultradatato. La componente thriller funziona solo raramente, risultando troppo prevedibile e sbrigativa nel maldestro finale; molto più divertenti le gocce di humour nero distillate dai dialoghi di Thornton Wilder, come le discettazioni sul delitto perfetto tra Joseph Newton e Hume Cronyn e la pedante saccenteria della piccola Edna May Wonacott, proiezione filmica del celebre odio di Hitch verso i bambini. Non si possono comunque negare l’abile sceneggiatura e l’ottimo disegno dei personaggi, sia principali che secondari. Alla valutazione negativa concorre anche il doppiaggio in italiano, uno dei più pedestri e scalcagnati che si abbia avuto modo di ascoltare: fu eseguito in Spagna e conserva una curiosa e improbabile cadenza torinese. Menzione di disonore per Paola Barbara, che diede la voce a Teresa Wright.

Voto: 6-

Trivia
(Hitchcock ha spesso detto che questo era il suo film preferito)
(Esordio da attore per Hume Cronyn, che dopo tanti ruoli da caratterista raggiungerà la notorietà a 74 anni in “Cocoon”, 1985)