Romania 1987: una ragazza aiuta una sua compagna d’università ad abortire clandestinamente.
In quest’epoca da basso impero – in cui falsi preti, falsi laici, o entrambe le cose, si distinguono nel soggiacere alle volontà delle autorità ecclesiastiche ingoiando considerevoli quantità di sterco per sopportare la consapevole rinuncia ad ogni proprio senso critico – è arrivata un’opera di grande valore, sociale ancor prima che artistico; ed è arrivata da un Paese, la Romania, che nella vulgata nostrana è ormai sinonimo di ladro assassino stupratore o, quando va bene, zingaro. Al recente, bizzarro e misero dibattito sulla necessità impellente di una moratoria (!) sulla legge 194 si potrebbe rispondere tacendo, e sottoponendo ai queruli la visione di questo film scarno, increspato di umidità, attraversato da una tensione morale spesso insostenibile, acuita dalle lunghe inquadrature spesso a camera fissa, che riporta la questione sull’aborto al suo significato naturale: non una stramberia femminista o la mostruosa risoluzione di un errore di programmazione database stile l’utero-è-mio-e-lo-gestisco-io, ma un atto tremendo e dolorosissimo in cui la prima a soffrire è proprio la mancata genitrice (il bambino mai nato viene a tutti gli effetti trattato come un essere vivente, e come tale ha un’età che è quella che dà il titolo al film). Il rispetto e il tatto si sposano con idee cinematografiche di felice inventiva: merita applausi commossi il modo in cui Christian Mungiu ci racconta l’umiliazione della protagonista costretta a prostituirsi per poter pagare il medico. Palma d’Oro 2007; in predicato di vincere l’Oscar come miglior film straniero.
Voto: 7,5
Sbaglio o non eri mai intervenuto cosi’ a gamba tesa sui temi d’attualità?Cmq bravissimo!Ti preferisco cosi’,pasionario.Cinemascope for president!
Ma no, vai a rileggerti la recensione del “Caimano” 🙂
Concordo pienamente, sia per quanto concerne il film, sia per quanto concerne la realtà (deprimente).
“increspato di umidità”?!?
Non ti avrò contagiato con la burocratite, spero. Trattasi di malattia pressoché incurabile che innalza muri di incomunicabilità.
Soprattutto però moderiamo i termini (cioé i concetti ma se scrivessi concetti i maligni mi taccerebbero di censura); altrimenti Qualcuno compra in blocco WordPress e lo smantella a partire dal tuo blog. La prossima volta fai la recensione di un qualche “vacanze di …” (per esempio “vacanze di m…”) così spegnamo tutti il cervello e Nessuno si agita.
Affettuosamente
Quindi quindamente adesso sono costretto a vederlo. Infingardo.
“Increspato” non si dice? E come si dice quando c’è l’umidità sui muri? Sgarrupato?
“film [omissis] increspato di umidità”.
film, non muro, non intonaco (che al limite potrebbe essere increspato dall’umidità e non di umidità).
Non fraintendiamo: trattavasi di un apprezzamento benevolo; agli artisti tutto è concesso figuriamoci unO piccolE licenzA letterarI.
L’importante è che non ti riprendano sulle televisioni di tutto il mondo mentre corri nudo sul lungotevere in festa.
Vero. Ma se l’umidità non è increspata ma increspa, di cosa è fatta l’increspatura?
Ubi maior minor cessat.
Sig.na Silvani: Ehm… io ho bisogno di un bisognino…
Filini: Bisognino? Che bisognino?
Sig.na Silvani: Ndo’ sta ‘r cesso?