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A Parigi vive Amélie Poulain, ragazza solitaria e introversa. Nel giorno della morte di Lady Diana, grazie al ritrovamento fortuito dietro il muro del bagno di una scatola vecchia di quarant’anni e appartenente a un ex inquilino di casa sua, la sua vita cambia.
Se “Il favoloso mondo di Amélie”, quarta regia del talentuoso francese Jean-Pierre Jeunet, fosse soltanto un semplice esercizio di stile, sarebbe certamente il migliore mai realizzato. Invece, grattando dietro la sua magnifica padronanza della macchina da presa, le musiche trasognanti di Yann Tiersen e la straordinaria fotografia di Bruno Delbonnel, mai vista prima, spunta fuori la più bella favola mai realizzata per il cinema negli ultimi cinquant’anni. La poetica di Jeunet, che parla con inarrivabile leggerezza dei massimi sistemi attraverso le fototessere, i nani da giardino e la crosta della crème brulée, è parente stretta di quella di Prévert nel cogliere l’infinita bellezza delle piccole cose. Anche i suoi detrattori incalliti (che non mancano), il cui principale motivo di critica è paradossalmente uno dei maggiori pregi della pellicola – l’insistita inverosimiglianza dei personaggi e delle situazioni –, non potranno negare la creatività nell’uso degli effetti speciali e l’originalità delle tante idee di sceneggiatura, compresa quella, geniale e sfiziosissima, del “gli piace-non gli piace”. I tanti personaggi secondari, a due dimensioni ma lungi dall’essere macchiette, sono interpretati da un cast perfetto. E’ un film toccato dalla grazia in ogni fotogramma, dal primo quarto d’ora (quanto di più vicino al 10 ci sia mai capitato di vedere nel ventunesimo secolo) fino alla fine, dove non ha la minima ruga anche la storia d’amore tra Amélie e Nino, due memorabili “freaks” che possono trovare la sospirata felicità solo in un film da sogno. Cinque nominations agli Oscar, record per un film francese.

Voto: 9=

Trivia
(La parte di Amélie era già stata assegnata a Emily Watson, che però rifiutò in quanto non conosceva il francese ed era già impegnata nelle riprese di “Gosford Park”)